E’ bastato un mese e mezzo e le nostre abitudini sono fortemente mutate, a causa dell’epidemia di Covid-19 che ha costretto il mondo a fermarsi per contrastarne l’espansione.
Grandi aziende, piccole e medie imprese e settore pubblico hanno subito una brutta battuta d’arresto, costretti alla chiusura o a mantenere operativi quei servizi indispensabili per la persona, affidandosi talvolta allo smart working.
Insomma, la produzione è ferma ma i costi restano.
Tutti noi abbiamo modificato radicalmente il nostro modo di vivere e di affrontare le giornate, conducendo una vita più casalinga che ha influenzato le nostre abitudini, anche e soprattutto sui nostri acquisti.
Nascono nuovi eCommerce e molti altri potenziano il proprio servizio
Nati da esigenze pressoché produttive, molte imprese hanno dovuto investire per espandere il proprio commercio alla sfera online, puntando a mantenere attiva per quanto possibile la propria operatività.
Si tratta perlopiù di piccole e medie imprese, produttrici di prodotti di artigianato, fai da te, giardinaggio, articoli per la casa e per la persona, e molti altri settori che dopo il DPCM hanno dovuto abbassare la propria serranda.
Altre aziende, già operative nel mondo digitale, hanno invece potenziato il proprio eCommerce, spingendo su un incremento dei servizi, un calo dei prezzi, dei codici o buoni sconto oppure semplicemente ampliando la propria offerta, adeguandola alla domanda del mercato di riferimento.
Sempre più ci si affida allo shopping digitale
Nel primo periodo di quarantena forzata abbiamo assistito ad un notevole incremento sia nella grande distribuzione organizzata (GDO) che all’interno dei negozi online, dove molte persone hanno deciso di fare i propri acquisti. I prodotti di prima necessità hanno così subito un rapidissimo incremento, raddoppiando le vendite (dall’80% circa al 160%) nei primi 20 giorni di quarantena.
La maggior parte delle aziende che vendono online o che sono comunque dotati di eCommerce hanno constatato quindi di aver acquisito nuovi clienti.
Ma, tuttavia, c’è da fare i conti con il rovescio della medaglia.
E’ fuori discussione che il boom di acquisti online c’è stato, ma riguarda prettamente i prodotti di largo consumo e di prima necessità.
Successivamente al decreto che ha stabilito di vendita e la circolazione di prodotti non necessari, molti eCommerce che trattano questi beni hanno rallentato la propria crescita dovuta al prolungamento dei tempi di consegna dei propri prodotti, che ha generato una diffidenza all’acquisto dei suddetti.
Ci sono prodotti che in questo periodo diventano fondamentali
Le farmacie online sono state letteralmente prese d’assalto con un +54%, mostrando un andamento al rialzo spaventoso nel primo periodo, che tuttavia si è assestato su un trend normale durante il mese d’aprile. Essenzialmente, i prodotti più richiesti sono quelli che sono diventati di vitale importanza, come le mascherine, gli igienizzanti per le mani ed i guanti, fino a poco tempo fa introvabili sia in farmacia che nei supermercati.
Un’importante impennata si è verificata anche negli eCommerce che vendono prodotti per il fai-da-te e per l’home fitness. Molte persone, a seguito del divieto di praticare attività sportiva anche all’aperto, ha trovato giusto acquistare prodotti da utilizzare nella propria casa, per mantenersi in forma durante il periodo di quarantena. Per i prodotti di bricolage il discorso è molto simile; gli uomini di casa, grazie al lockdown, hanno la possibilità di portare a termine quei lavoretti domestici da tempo lasciati indietro, per la gioia delle proprie mogli!
Altri, invece, hanno subito il colpo…
Stiamo parlando essenzialmente di prodotti non necessari, come:
- Smartphone (-6,7%)
- Condizionatori (-27,4%)
- Stampanti (-27%)
- Macchine del caffè (-17,4%)
Ma i settori che sono decisamente più in perdita sono quello della moda, del lifestyle e del turismo, ed i loro rispettivi eCommerce. I primi, nonostante gli sforzi delle grandi catene e dei più importanti brand di incentivare l’acquisto online tramite codici sconti e offerte, hanno subito un calo netto, quantificabile intorno all’85%. Le cause sono perlopiù imputabili alle risorse del consumatore: concentrare i propri acquisti su beni di prima necessità è diventata una questione di prim’ordine. Inoltre, l’incertezza data da possibili ritardi nelle consegne disincentiva e non di poco gli acquisti.
Il turismo, dal canto suo, ha subito un vero e proprio collasso.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, uno dei settori trainanti italiani, che contribuisce al 12% sul PIL, subirà una perdita di circa 15 milioni di turisti stranieri, con conseguente crisi per tutto l’indotto che il terzo settore crea: pensiamo ai trasporti, alle strutture ricettive, ai bar, ai ristoranti.
Insomma, una vera e propria crisi, della quale non si riesce a vedere la fine.
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Nel mondo dell’eCommerce la sfida è appena iniziata
E’ fisiologico un calo dell’utilizzo delle piattaforme di vendita online, che tornerà ad oscillare su livelli normali, una volta che il lockdown sarà finito, ed i negozi torneranno a vivere.
E’ previsto tuttavia un piccolo incremento dato da tutti coloro che per la prima volta, grazie alla quarantena, hanno scoperto questo vastissimo mondo e ne hanno constatato le comodità e la semplicità di erogazione dei servizi e di acquisto dei prodotti.
Sarà importante, per tutte le imprese che lavorano o hanno iniziato a lavorare con i propri e-shop, mantenere positivo il trend e fornire un servizio ottimale rendendo più efficiente il proprio metodo in virtù dell’aumento degli acquisti online.
La partita si giocherà proprio su questo campo e, indipendentemente da grandi colossi come Amazon ed Ebay, saranno i “piccoli” a fare la differenza.