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Nel periodo storico che stiamo vivendo siamo coscienti di quanto difficile sia per tutti cambiare il proprio stile di vita, accantonare il proprio lavoro, e quanto sarà difficile riprendere quando tutto questo sarà finito.Ci troviamo essenzialmente di fronte ad un avvenimento che cambierà per sempre la storia dell’umanità in quanto specie e, perché no, influenzerà le scelte di ognuno di noi da qui in avanti, modificandone le abitudini, gli usi e le tradizioni proprie, del proprio nucleo familiare e della collettività con la quale entriamo in contatto.
Le recenti ordinanze restrittive messe in atto dal governo hanno imposto infatti ad ognuno di noi un periodo di quarantena la cui scadenza non sembra avere una fine certa. Tutto ciò ha comportato più tempo da dedicare alla cura della casa, agli affetti a volte trascurati, al proprio spazio vitale.
Tutto questo tempo libero ha fatto sì che una vera e propria orda di tuttologi dei social si sia riversata come un fiume in piena sui social network esprimendo la propria opinione in merito alle misure, all’epidemia o ad eventuali complotti governativi al di sopra della nostra più fervida immaginazione. Tutto questo, per carità, è più che legittimo e può interessare o meno per chi legge, ma cosa succede invece se le opinioni espresse vengano da chi ha migliaia o addirittura milioni di followers? Che conseguenze possono avere determinate dichiarazioni nei confronti dei fan di un determinato influencer?
In merito alla più che legittima libertà d’espressione, si configura allo stesso tempo la responsabilità del messaggio che viene promulgato. Un influencer, cioè una persona che per determinate caratteristiche fisiche, morali o semplicemente perché popolare, riesce a veicolare messaggi che spesso incidono sui comportamenti e sulle abitudini di che ne riconosce la popolarità, soprattutto quando va a colpire un target giovane e facilmente influenzabile come quello che frequenta e popola i social network.Di recente, molti influencer hanno espresso la propria opinione sia in maniera positiva che negativa riguardo la nostra condizione attuale. E’ il caso, ad esempio, di una nota attrice americana che ha minimizzato l’epidemia diffondendo un certo malessere per le misure restrittive adottate dal governo. Immaginate quanto difficile può essere per un giovane restare a casa con la famiglia, lontano dai propri amici, dallo sport, dalle passioni, dalla fidanzatina. Pensate anche cosa può balenare nella mente di un ragazzo, già restio in merito al rispetto delle regole, se una persona per la quale riconosce una qualsivoglia forma di rispetto o ammirazione incita a non seguirle.
L’episodio sopra riportato è solo uno dei tanti che hanno affollato i social dall’inizio della quarantena, spesso in barba al dovere sociale e morale che la popolarità spesso comporta e alle ripercussioni che una parola o una frase fuori posto possono provocare nei confronti di chi sta dall’altra parte dello schermo. Parlare ad un pubblico numeroso comporta sicuramente un dovere ed una responsabilità ulteriore nell’espressione delle proprie idee, soprattutto se questo avviene attraverso dei canali, come quelli social, che sono riconosciuti e riconoscibili per la loro spontaneità e libertà d’espressione, nel rispetto della salvaguardia di un interesse individuale che deve necessariamente soccombere quando in conflitto con un altro di natura collettiva.
In definitiva, seppur non esiste alcuna regolamentazione scritta riguardo la comunicazione individuale sui social media, sarebbe opportuno che ogni influencer si assumesse la responsabilità di ciò che condivide quando questo riguarda un argomento di interesse collettivo, e soprattutto sia cosciente delle conseguenze che ciò può comportare valutando a monte il proprio pensiero prima di condividerlo con il proprio pubblico.